Dante Tour
…dalla Toscana alla Romagna, dalla collina al mare
GIORNO 1: Arrivo a Firenze
Il primo giorno, è previsto l’arrivo a Firenze. Nel primo pomeriggio, è previsto l’incontro con “Dante” (guida vestita da Sommo Poeta). Si partirà dalla piazza Santa Maria Novella. Durante questa visita guidata si camminerà per il quartiere di San Pancrazio, scoprendo via dell’Inferno e via del Purgatorio. Dopo essere passati da piazza Santa Trinità e dalla piazzetta del Limbo, si raggiungeranno le case torri dei Buondelmonti e degli Adimari, famiglie che originarono l’odio tra guelfi e ghibellini. La visita terminerà sul Ponte Vecchio. Cena libera in locali tipici di Firenze.
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GIORNO 2: Walking tour di Firenze
Il secondo giorno, dopo colazione, ci si incamminerà verso il Battistero. Durante questa particolare visita guidata renderemo omaggio al Sommo Poeta scoprendo molte delle 34 lapidi di marmo, ubicate nel centro storico, che riportano differenti terzine della Divina Commedia inerenti la città del Giglio. Termineremo la visita nel cortile di Palazzo Vecchio in piazza della Signoria. Pranzo libero in locale tipico o al sacco. Si riprenderà a camminare, fino a raggiungere piazza Santa Croce, sotto la statua di Dante. Durante questa visita guidata si scoprirà il quartiere di Dante, soffermandosi davanti alla torre della Castagna, al museo casa di Dante e alla chiesa di S. Margherita dei Cerchi. Terminerà la visita davanti al Battistero, ricordato da Dante come “il mio bel San Giovanni”. Cena libera in locali tipici di Firenze.
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GIORNO 3: Walking tour di Brisighella
Il terzo giorno, dopo colazione, si partirà alla volta di Faenza, con tappa a Brisighella. Qui, ci sarà la guida ad attendere i turisti, per accompagnarli nel centro del Borgo. Pranzo al sacco o in locale tipico. Successivamente, si partirà per il tour guidato, durante il quale, è prevista anche la sosta per una degustazione di olio brisighello con visita all’azienda. Terminata la visita guidata, si ripartirà per raggiungere Faenza. Una volta arrivati, ci saranno le biciclette ad attendere i partecipanti, per raggiungere il B&B. Cena il locale tipico del centro di Faenza, che si raggiungerà in bici (1,5 km circa).
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GIORNO 4: Faenza – Lugo
Il quarto giorno, in bicicletta, partendo da Faenza, costeggiando per un breve tratto il canale Naviglio (ricco di storia), ci si addentra nelle campagne faentine. In primavera, si godrà del panorama e dei profumi dei peschi in fiore. Successivamente, si raggiungerà la “Bassa Romagna”. Vi sarà la possibilità di degustare il Bursòn, un vino pregiato autoctono. La tappa terminerà a a Lugo, cittadina di Francesco Baracca, noto aviatore. Cena libera.
Citazione di Faenza nella Divina Commedia: Tebaldello Zambrasi (Faenza, 1230-1240 circa – Forlì, 1282) è stato un nobile italiano. Appartenente ad una famiglia ghibellina, il 13 novembre del 1280 tradì la sua città spalancandone le porte di notte ai bolognesi della famiglia dei Geremei, pare per vendicarsi di un’offesa ricevuta dai ghibellini Lambertazzi (anch’essi bolognesi), che si erano rifugiati proprio a Faenza dopo essere stati messi al bando nella propria città. Morì nel 1282 attaccando Forlì nella battaglia dove i ghibellini capitanati da Guido da Montefeltro riuscirono a battere le truppe francesi inviate dal papa per conquistare una delle ultime enclave ghibelline in Italia. Dante Alighieri lo collocò nel nono cerchio dell’Inferno, nell’Antenora, tra i traditori della patria. (Inf. XXXII 122) citandolo come colui che “aprì Faenza mentre si dormia”.
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GIORNO 5: Lugo – Marina Romea
Il quinto giorno, in bicicletta, alla partenza, si transiterà per le vie di Bagnacavallo, ricca di storia e citata anche nella Divina Commedia. Transitando da Bagnacavallo…. Che viene citata nella Divina Commedia: I conti di Cunio sono citati nella Divina Commedia, nel Canto XIV del Purgatorio, nella cornice degli invidiosi: «Ben fa Bagnacaval, che non rifiglia; e mal fa Castrocaro, e peggio Conio che di figliar tai conti più s’impiglia.» Una volta raggiunta Alfonsine, si farà sosta per degustare prodotti tipici locali, per poi costeggiare le Valli di Comacchio ed il Reno, fino al mare. La tappa terminerà a Marina Romea, una lingua di terra compresa tra il mare e la magnifica Pialassa Baiona. L’arrivo è previsto intorno alle ore 17 e seguirà un tour in barchino per ammirare i fenicotteri rosa, al tramonto. Cena libera.
Costeggiando le valli di Comacchio, si può pensare a Dante… la sua storia: Le Valli di Comacchio nacquero intorno al X secolo a causa dell’abbassamento del suolo (subsidenza) e dell’impaludamento della zona costiera al confine tra Emilia e Romagna. Inizialmente le Valli erano riempite di acqua dolce, che proveniva dai ricorrenti allagamenti e straripamenti dei fiumi vicini. A partire del XVI secolo vennero infiltrate progressivamente dall’acqua marina dell’Adriatico e questo fenomeno comportò la loro trasformazione, che permane tutt’ora, in valli salmastre. Le Valli si formarono durante l’Alto Medioevo per paludizzazione progressiva dei territori che si trovavano tra i due rami allora principali del Delta del Po: il Po di Volano a nord (presso Ferrara) e il Po di Primaro a sud (presso Argenta, cui affluiva anche il Reno). Il disalveamento graduale del fiume Reno, sbarrato dai suoi stessi detriti, creò una vasta area paludosa anche a sud del Po di Primaro (la Valle Padusa). Al contempo, una serie di alluvioni non governate (a partire dalla rotta di Ficarolo del 1152) così come il sisma del 1570 e il Taglio di Porto Viro del 1604, spostarono il corso principale del Po verso nord, nel suo alveo attuale, diminuendo la portata d’acqua del Po di Volano e del Po di Primaro e impedendo quindi il progressivo interramento detritico delle attuali Valli di Comacchio. Probabilmente vi contrasse la malaria Dante Alighieri durante il viaggio di ritorno da Ravenna.
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GIORNO 6: Marina Romea – Ravenna
Il sesto giorno, a piedi, si potrà visitare la Pineta di Classe e magari visitare i siti archeologici.
Citazioni della Pineta di Classe: Divina Commedia. La pineta di Classe è citata da Dante Alighieri, nella Divina Commedia, canto XXVIII del Purgatorio (vv. 19-21): «tal qual di ramo in ramo si raccoglie per la pineta in su ’l lito di Chiassi, quand’Ëolo scilocco fuor discioglie»
Decamerone. La pineta è citata e descritta anche nel Decamerone di Giovanni Boccaccio, nella novella ottava La pineta è citata e descritta anche nel Decamerone di Giovanni Boccaccio, nella novella ottava della V giornata, che ha come protagonista Nastagio degli Onesti. Scrive Boccaccio che Nastagio: «di Ravenna uscì e andossene ad un luogo forse tre miglia fuor di Ravenna, che si chiama Chiassi». Nastagio si avventura inavvertitamente nella pineta: «piede innanzi piè sé medesimo trasportò, pensando, infino nella pigneta. Ed essendo già passata presso che la quinta ora del giorno, ed esso bene un mezzo miglio per la pigneta entrato» Qui assiste alla scena chiave della novella: la caccia e l’uccisione di una giovane da parte di un nobile che la insegue a cavallo. L’episodio è raffigurato in quattro celebri tavole del Botticelli, ugualmente ambientate nella Pineta.
Lasciando la pineta, si raggiunge Ravenna e la Tomba di Dante: Dante Alighieri, o Alighiero, battezzato Durante di Alighiero degli Alighieri e anche noto con il solo nome Dante, della famiglia Alighieri (Firenze, tra il 21 maggio e il 21 giugno 1265 – Ravenna, notte tra il 13 e il 14 settembre 1321), è stato un poeta, scrittore e politico italiano. Il nome “Dante”, secondo la testimonianza di Jacopo Alighieri, è un ipocoristico di Durante; nei documenti era seguito dal patronimico Alagherii o dal gentilizio de Alagheriis, mentre la variante Alighieri si affermò solo con l’avvento di Boccaccio.
È considerato il padre della lingua italiana; la sua fama è dovuta eminentemente alla paternità della Comedìa, divenuta celebre come Divina Commedia e universalmente considerata la più grande opera scritta in lingua italiana e uno dei maggiori capolavori della letteratura mondiale. Espressione della cultura medievale, filtrata attraverso la lirica del Dolce stil novo, la Commedia è anche veicolo allegorico della salvezza umana, che si concreta nel toccare i drammi dei dannati, le pene purgatoriali e le glorie celesti, permettendo a Dante di offrire al lettore uno spaccato di morale ed etica.
Importante linguista, teorico politico e filosofo, Dante spaziò all’interno dello scibile umano, segnando profondamente la letteratura italiana dei secoli successivi e la stessa cultura occidentale, tanto da essere soprannominato il “Sommo Poeta” o, per antonomasia, il “Poeta”. Dante, le cui spoglie si trovano presso la tomba a Ravenna costruita nel 1780 da Camillo Morigia, è diventato uno dei simboli dell’Italia nel mondo, grazie al nome del principale ente della diffusione della lingua italiana, la Società Dante Alighieri, mentre gli studi critici e filologici sono mantenuti vivi dalla Società dantesca.
A partire dal XX secolo e nei primi anni del XXI, Dante è entrato a far parte della cultura di massa, mentre la sua opera e la sua figura hanno ispirato il mondo dei fumetti, dei manga, dei videogiochi e della letteratura. In Italia, infine, è stato stabilito dal governo e dal parlamento che il 25 marzo sia il giorno finalizzato al culto di Dante nelle scuole e nella società civile, istituendo dal 2020 il cosiddetto Dantedì.
Cena libera in locale tipico del centro di Ravenna.
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GIORNO 7: Ravenna
Il settimo giorno è libero (shopping, visite guidate su richiesta), in base agli orari di rientro.